Poetessa dalla sensibilità particolarissima, Emily Dickinson riesce a vedere sempre l'universale nel quotidiano, descrive magicamente il volgere delle stagioni, considera la vita alla presenza dell'infinito, si interroga sui paradossi della fede dei padri e annuncia la propria indipendenza da ogni condizionamento. Questa ampia scelta di testi tratti dalle sue 1775 poesie ci mostra Emily Dickinson anche nei meno noti ruoli di umorista, testimone e critica dell'America del tempo, sfatando la leggenda che la vuole una mistica corrucciata e nevrotica arroccata nella sua stanza. Scopriamo così un'autrice che, nel sentire tutto con inaudita intensità, inventò una forma poetica irripetibile per comunicare la sua percezione del mondo. Una guida discreta e precisa ai temi e metri caratteristici del suo laboratorio è fornita in questa ricca edizione dalle note del curatore, mentre l'indice tematico permette al lettore di rintracciare le bizzarre scorribande e frequentazioni di questa enigmatica poetessa, da Manzanilla a Pompei, da Giacobbe a Emily Brontë. Una testimonianza di lucida ammirazione di Natalia Ginzburg conclude questa antologia della poesia dickinsoniana.