Nel suo capolavoro, Federico De Roberto narra la saga degli Uzeda di Francalanza, famiglia nobile catanese. Un appassionante romanzo che si svolge sullo sfondo del Risorgimento meridionale e di un'epidemia di colera; le vicende degli Uzeda sono raccontate con sapiente critica ai costumi della nobiltà e alla corruzione ecclesiastica, nonché alla politica della nascente Italia. I personaggi offrono, tra molteplici colpi di scena, una incredibile varietà di sfumature dell'animo umano. In una lettera a De Giorgi, De Roberto lo descrisse così: «La storia d'una gran famiglia, la quale deve essere composta di quattordici o quindici tipi, tra maschi e femmine, uno più forte e stravagante dell'altro. Il primo titolo era Vecchia razza: ciò ti dimostri l'intenzione ultima, che dovrebbe essere il decadimento fisico e morale d'una stirpe esausta». Il romanzo non ebbe fortuna perché considerato troppo critico e sarcastico, finché nel 1977, finalmente, Leonardo Sciascia lo definì: «Dopo I Promessi sposi, il più grande romanzo che conti la letteratura italiana». Oggi è considerato uno dei massimi capolavori del Verismo italiano. Con prefazione critica, a cura di Cecilia Tomassini.