Primi anni Cinquanta, Léopoldville, infelice sobborgo di Parigi dall'aria irrespirabile, presidiato da uno stabilimento chimico e circondato da campi di cavolo. Louise, diciassette anni e un carattere irrequieto, è già stufa della pochezza di questo luogo, della madre che la opprime, del patrigno senza più un lavoro e alcolizzato. Ecco perché rimane tanto affascinata dai Rooland, una coppia di eccentrici americani trasferitisi da poco nel quartiere. Casa loro, ai suoi occhi, è un'isola di colore e allegria che sorge come un sogno nel grigiore della sua esistenza. I Rooland li vede in giardino quando torna a casa dalla fabbrica, seduti insieme su un dondolo con i cuscini blu, un bicchiere in mano, a passare il tempo come nessun francese farebbe mai. In un giorno più sbagliato degli altri Louise prende coraggio, va da loro, si propone come domestica, pur di entrare in quelle stanze, e ottiene il lavoro. Ma sarà proprio la convivenza con la coppia a rivelare le crepe di quell'apparente perfezione, trascinando Louise al centro di un intrico di non detti, di comportamenti ferini e passioni fatali, dove germoglieranno, nell'ozio voluttuoso della mondanità, segreti abietti e inconfessabili. Anche di fronte alla morte.