C'è una parte del Nuovo Testamento poco conosciuta, sia dai laici che dai sacerdoti, eppure importantissima: è la Lettera agli Ebrei, l'unico testo che attribuisce a Gesù il titolo di "Sommo sacerdote", degno di fede e misericordioso. Nel suo commento puntuale e accessibile a tutti, capace di catturare l'attenzione del lettore come un piacevole racconto, l'autore spiega come l'epistola offra un volto assolutamente nuovo dell'esperienza religiosa, vista non come dovere da compiere in obbedienza alla divinità, bensì come grande e insostituibile risorsa dell'avventura umana.