Le grandi storie d'amore sono quelle che sopravvivono allo scorrere del tempo, sono storie in cui possiamo fare esperienza di un'identificazione senza filtri con i sentimenti di un passato lontano, in cui ricordiamo i nomi dei protagonisti e i versi che hanno ispirato. È questo a cui pensiamo quando sentiamo parlare di Lesbia e Catullo. Catullo, il primo poeta della latinità che esprima la forza contraddittoria e lacerante delle proprie passioni, emulo di Saffo e del suo nuovo modo di poetare, è il massimo esponente di una corrente letteraria che influenzerà non solo la letteratura ma il modo di vivere a Roma. Ha aperto la strada alla lirica del futuro cantando le gioie dell'amore, con l'innamoramento e le sue appassionate dichiarazioni di fedeltà, ma anche con le lamentazioni per le delusioni sentimentali, gli inganni e l'imperdonabilità dei tradimenti, con l'unione coniugale come continua speranza. Sentimenti universali quali la solidarietà con gli amici nei banchetti, il dolore per la perdita del fratello ma anche le velate invettive contro nemici personali, rivali in arte e in amore. Una poesia capace di toccare ogni aspetto del sentimento umano con raffinatezza, con metafore che ci permettono di riconoscere l'immortalità dell'amore, anche a secoli di distanza.