La «condizione postumana» è caratterizzata dalla concomitanza di Quarta rivoluzione industriale e Sesta estinzione di massa. Cosa che ci colloca a metà tra l'entusiasmo per gli sviluppi tecno-scientifici e la paura indotta dai cambiamenti climatici e dalla crisi ambientale. Ma la congiuntura postumana è anche il momento storico in cui la categoria di «Uomo» perde la sua funzione di referente privilegiato: un momento di cui approfittare per pensare criticamente e creativamente a ciò che possiamo diventare. Partendo da teorie e pratiche femministe, antirazziste e postcoloniali, Rosi Braidotti sostiene che quella di «umano» non è mai stata una categoria neutrale, bensì uno statuto a cui si accede per potere e privilegio. In questo secondo volume della trilogia dedicata al postumano, la filosofa analizza l'impatto che la presente condizione ha sulla costituzione di soggettività, saperi e scienze sociali. I saperi postumani non sono infatti solo una forma alternativa di conoscenza, sono anzitutto una speranza politica. L'invito è ad attivarsi per superare l'antropocentrismo e la violenza che porta con sé, quando le onde della storia globale sono sul punto di cancellare dal pianeta molte altre specie.