«La grandezza einaudiana deve certo tanto a tanti... ma dire Einaudi significa dire, per tanti versi, Giulio Bollati e il suo genio» (Claudio Magris). Fin dalle origini, l'Einaudi fu una casa editrice organizzata per collane: la loro coerenza e il loro intrecciarsi davano «il marchio dell'editore» assai più che il singolo libro. Ma fu Bollati a perseguire questa speciale armonia di un progetto editoriale nel quale ogni proposta «faceva sistema». Potremmo dire che, se nell'Einaudi degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta Calvino fu il fantasista, Bollati a tutti gli effetti di quella squadra fu il regista. E di collane ne inventò anche, prima fra tutte «Nuovo Politecnico» che, ispirata all'amato Carlo Cattaneo, sarebbe stata un modello per affrontare l'attualità politica con libri di grande spessore culturale e di lunga durata. Lo sguardo ampio emerge soprattutto dagli scritti editoriali qui raccolti: progetti, documenti interni, interventi pubblici. Viceversa nelle lettere e in alcuni pareri di lettura Bollati aguzza la vista con affondi su singoli libri, pubblicati o in fieri, dimostrando un'intelligenza critica acutissima. Così, nel corso di questo volume, si potranno incontrare questioni editoriali grandi e piccole, ma anche vere e proprie recensioni, ritratti di scrittori e studiosi, riflessioni sui propri filoni di ricerca (gli illuministi, Leopardi, Manzoni, il carattere nazionale degli italiani, la fotografia...) e anche qualche sfogo personale, inevitabile nella dialettica con l'altro Giulio, Einaudi. Un concentrato di intelligenza, eleganza e ironia che ha segnato un lungo e significativo periodo dell'editoria e della cultura italiana del dopoguerra.