La ragione ha sempre avuto il bisogno di allontanare il rischio di vedere scossi i propri fondamenti, di sentire le proprie radici affondare nel magma della paura. Un timore verso il quale l'Ottocento nutre la più grande ambivalenza. Metafore di istanze irrisolte, i suoi fantasmi sono testimoni di paure tutt'altro che chiarite. Le fantasie femminili che hanno dato vita ai racconti di questa raccolta sono quelle più affollate di fantasmi, che però non minacciano le regole della società, ma le eludono. Il fantasma, che abita l'interieur, è un ritorno del rimosso; il suo spazio sussiste tra la sua tendenza a mostrarsi e la sua impossibilità a dichiararsi veramente. È sinonimo di una comunicazione impossibile, condannata a non superare mai i confini dell'illusorio. Racconti di: Julia Anne Curtis, Ann Radcliffe, Mary W. Shelley, Elizabeth C. Gaskell, Margaret Oliphant, Amelia B. Edwards, Mary Elizabeth Braddon, George Eliot, E. Henry Wood, Elizabeth T. Meade.