Una silloge che si muove nell'ambito di una filosofia ora scettica ora esistenzialista, a volte cinica o, più semplicemente, realistica, crepuscolare, dove scarseggiano gli altari e le stesse speranze baluginano come incerte candele (a volte identificandosi con gli stessi "fuochi fatui"); che tuttavia resistono. Resistono e sussistono, con la consapevolezza di dover procedere sino al capolinea del tempo dato avendone, almeno a livello percettivo...