Clemente Rebora è testimone di una parola che resta e che vuole rapportarsi con le cose, con la realtà, trasfigurandola, cercando di raccontare quale è il profondo legame misterioso che lega l'umanità agli eventi. Legame che viene prima di quella "rovina" che non è inarrestabile, ma cambiamento della parola che diventa sempre più prosa, sempre più gioco, quasi una necessità di riuscire a esistere, a comparire, a toccarci, ma non a toccare il pubblico. La comunicazione di oggi consiste nel copiare o prendere solo da fonti esterne, ma non vivere e sfruttare anche quelle rappresentazioni che Rebora ha sempre testimoniato con fedeltà.