Groviglio è un minuscolo pugnetto di piccoli rifiuti che giace in una discarica tra la spazzatura. Ma a differenza di ciò che lo circonda, è vivo, pensa e si pone domande sul significato dell'esistenza. Stanco di quella condizione, lascia la discarica e comincia il suo viaggio verso la vita e le sue mille sfaccettature. Dapprima incontra la natura, ricca di colori. Poi finisce in una fattoria, dove un gatto si prende gioco di lui. Quindi, sospinto dal vento, vola su una città e il suo caos nevrotico. Finito in un tombino, mamma topo lo usa per imbottire il giaciglio dei suoi cuccioli, in cambio lui scopre cos'è l'affetto e il calore dato dalla vicinanza tra esseri viventi. Quando i topolini crescono e lo abbandonano, Groviglio è nuovamente solo, ormai del tutto disfatto e convinto di essere alla fine del suo viaggio. Ma una bambina lo raccoglie dal suolo e dipanando l'ultimo filo scopre alla sua estremità un piccolo seme: l'anima di quel piccolo garbuglio di rifiuti, la vera identità di Groviglio. La bambina lo mette in un vaso, lo ricopre di terra e... dal piccolo seme nasce una giovane pianta. Per Groviglio, la fine temuta diventa l'inizio della sua nuova vita.