"Un figlio di Re mangiava a tavola. Tagliando la ricotta, si ferì un dito e una goccia di sangue andò sulla ricotta. Disse a sua madre: «Mammà, vorrei una donna bianca come il latte e rossa come il sangue». 'Le fiabe sono vere. Sono il catalogo dei destini che possono darsi a un uomo e a una donna, soprattutto per la parte di vita che appunto è il farsi d'un destino: la giovinezza.' Lo scrive Italo Calvino ed è più vero che mai per 'L'amore delle tre melagrane', fiaba che ho scoperto a scuola a dieci anni e rileggo ancora, trent'anni dopo, quando sono a corto di coraggio e di meraviglia. Narra il destino di tutti: latte e sangue, vita da ricevere e vita da dare. La vita tutta. La nostra felicità è una melagrana, simbolo da sempre dell'amore nella sua varietà e unità. Le fiabe sono semplici, ma proprio per questo anche terribili: non mascherano la vita ma la smascherano. E in questa la vita chiede, in modo diverso, a un ragazzo e a una ragazza la trasformazione più coraggiosa, dolorosa e gioiosa: imparare ad amare. Se alla fine delle fiabe si dice "vissero felici e contenti" è perché i protagonisti lo hanno fatto nella storia narrata, non dopo, come in genere si pensa. Noi siamo fatti per questa felicità in vita, bianca e rossa, ricevere e dare, amare ed essere amati. Questa fiaba rivela il segreto, in una melagrana." (Alessandro D'Avenia). Età di lettura: da 5 anni.