Il libro tratta dell'origine dell'antica città di Fasanella, sia dal punto di vista storico che mitologico (dal mito l'origine greca, dalla storia l'origine longobarda) per poi passare alla genealogia dei Conti di Fasanella a partire da Pandolfo di Capaccio, figlio del principe longobardo Guaimario III nonché fratello di Guaimario IV, a Lampo di Fasanella, Guglielmo della Palude e il figlio Tancredi per arrivare a Pandolfo di Fasanella, tra i principali congiurati contro l'Imperatore Federico II nella cosiddetta congiura di Capaccio, che aveva sposato Alessandra, figlia di Tancredi, divenendo signore del feudo di Fasanella. Nel testo viene descritta storicamente la suddetta congiura, ordita nel 1245, e conclusa con la vittoria dell'Imperatore nel luglio del 1246 e l'assedio del castello di Capaccio, da molti nobili del Regno e da alcuni comuni dell'Italia settentrionale. La congiura viene narrata attraverso un testo teatrale in tre atti i cui dialoghi sono frutto della fantasia della scrittrice.