La delicata tessitura della finzione pastorale dell'"Aminta", la desolata condizione esistenziale rappresentata nel "Re Torrismondo", le dolenti suggestioni autobiografiche dei "Dialoghi": la fertile inventiva del Tasso spazia tra generi diversi anticipando il barocco con la sua scrittura fitta di metafore, il gusto scenografico, le sfumature dell'amore, sensuale, disperato, virginale, stregato. Aleggia nella sua opera un senso tragico del destino, frutto forse della sua travagliata biografia.