Rancore/Rabbia, un giovane di sesso confuso che vive in una metropoli smisurata, è costretto a fare i lavori più umilianti per pagare l'affitto - e nel frattempo cerca disperatamente di scoprire informazioni riguardo sua madre Italia (morta suicida) e di organizzare una rivoluzione. Tra i personaggi in cui si imbatte vi sono Banca/Centrale e Diritto di Voto o Votò, un vecchio demente che fa da collante tra passato e presente, passando a Rancore/Rabbia informazioni decisive per lo sviluppo degli eventi. Un testo poetico, psichedelico, allucinato, grottesco. Una sorta di apologia dell'assurdo che diventa crudele perché idiota. Una mitologia cruenta del politicamente scorretto.