Perché una nuova traduzione di questo capolavoro? Con "Romeo e Giulietta", come sappiamo Shakespeare mette in scena la più alta indagine sulla vera natura dell'amore, e contemporaneamente una meditazione sulle insidie del linguaggio. Che è grandioso, infinito, eppure non è in grado di rappresentare pienamente il Reale. Proprio Giulietta pronuncia questa domanda: "What's in a name?". Se il linguaggio è così decisivo, una traduzione che ha compiuto il più difficile "test su strada", ossia tante, tantissime messe in scena di grande successo, è la chiave che fa la differenza. La traduzione di Massimiliano Palmese è 'pop' nel senso più concreto del termine. È una lingua popolare parlata di oggi. Una lingua popolare estremamente attuale. E questo, fa la differenza.