Tacciato di antisemitismo, censurato, mutilato da regie azzardate, "Il mercante di Venezia" ha pagato cara la spinosità del suo soggetto e della figura dell'ebreo, che ha sempre costituito per la storia un problema in sé. In un mondo che disprezza e isola l'estraneo, la voce sovversiva di Shylock, lo spietato dallo spirito umanitario, illumina le contraddizioni di una società materialista e ipocrita, costretta a confrontarsi con il sentimento di rancore che essa stessa ha prodotto. Disturbante e dialogico, il dramma solleva interrogativi cui non concede risposta su un universo che non sa coniugare l'amore con il disinteresse, il dovere con il diritto, la giustizia con l'umanità. In una nuova traduzione, il capolavoro shakespeariano viene riletto nello spirito del suo tempo e nelle contrastanti prospettive di chi prevale e di chi soccombe.