"A me è sembrato uno spettacolo con una coerenza poetica e teatrale molto forte. Questo è un testo difficile da portare in scena rispetto ad altri di Shakespeare. È quasi un romanzo, quasi una fiaba romanzesca, e quindi bisognava portarlo sul palcoscenico attraverso un'invenzione e magari anche qualche necessaria profanazione." (Antonio Moresco) "Un possibile approccio alla scrittura di scena che tocca moltissimi punti nel tentativo di restituire una tecnica al di là della mia specificità autoriale. L'invito e l'auspicio è che il lettore possa scorgere, tra le nostre parole, la materia con cui forgiare da sé i propri strumenti del mestiere. Poiché solo attraverso il mestiere si può accedere al mistero di un'arte rozza e spirituale che, da sempre, si scrive nell'aria." (Alessandro Serra). "Un traduttore e un regista hanno due approcci differenti: il primo sta in silenzio di fronte alla sequenza di parole aspettando che dalla loro musica si sollevi il senso per poterla rieseguire con lo strumento del proprio idioma. Per un regista è diverso." (Donata Feroldi). "In questo libro si susseguono una traduzione integrale e il copione di scena. Che, stando al numero delle battute, è pari a poco più della metà del testo iniziale. Quel che serve davvero, infine solo ciò che si dimostr8a essenziale. Messe accanto le due versioni narrano un percorso." (Alessandro Toppi).