Questi testi sono legati dalla comune tematica della violenza. Il titolo collettivo proposto usa la parola forte "stupro" in quanto carica di valenze storiche e sociali, ma è qui da intendersi nell'accezione ampia di violenza fisica e psicologica nei confronti di chiunque. Abbiamo scelto di mettere in scena vittime femminili perché indubbiamente la storia, le culture e l'indifferenza hanno consegnato soprattutto alle donne questo triste destino. Tuttavia l'analfabetismo emotivo che caratterizza la nostra epoca porta tutti noi a confondere, ancora, l'amore con il possesso, la riservatezza con la pavidità, la tradizione con la sopraffazione, la pazienza con la legittimazione della violenza. La violenza è infatti una ininterrotta catena che trova alimento e giustificazione in sé, e si irradia investendo ogni aspetto dell'esistenza umana. La letteratura e il teatro possono tentare di far riflettere non tanto sui singoli casi quanto sulle matrici profonde, sui tipi di op pressione, sui conflitti che generano altri conflitti, sulla storia che si ripete nelle gesta memorabili come nelle miserie e negli orrori della più sommersa quotidianità.