Saper dire di no, nonostante le possibili conseguenze, quando dire di sì rappresenterebbe un tradimento ai propri princìpi etici. Questo osò fare, nella Francia occupata dal Terzo Reich, Pau Casals, uno dei violoncellisti più eccelsi del Novecento, quando a chiedergli di esibirsi fu, per interposta persona, Adolf Hitler. Yolanda García Serrano e Juan Carlos Rubio, non nuovi alla composizione a quattro mani, riscattano in Musica per Hitler un evento storico apparentemente secondario della vita del grande musicista e con una scrittura asciutta e assai efficace volgono i riflettori su una di quelle decisioni che più di altre qualificano chi le prende e che talvolta riassumono in sé il senso di una esistenza intera. Così facendo, gli autori ripropongono, in una pièce che assume le scansioni di una Suite, un esempio di assoluta dignità umana più che mai valido ai nostri giorni.