Nel vocabolario estetico di Péguy la parola "mistero" era un equivalente letterario dell'"oratorio" di ambito musicale, privo di alcuna ambizione filologica. Tuttavia, oltre alla suggestiva ambivalenza del termine, giocò a favore della sua scelta la sostanziale affinità d'intenti che il poeta avvertiva tra le sue e le sacre rappresentazioni del passato. Forse anche a lui, come ai lettori che rimasero e rimangono ancora oggi stupefatti di fronte alle sue opere, sembrava che la parola "mistero" fosse la sola adatta a rubricare il repentino passaggio dall'angoscia alla serenità di un uomo che, dopo aver espunto per scrupolo di onestà l'invocazione «sia fatta la Tua volontà» dal Padre Nostro e dopo essere giunto a meditare, per disperazione e umiliata impotenza, il suicidio e lo sterminio della propria famiglia, si apriva di colpo alla fiducia in Dio e all'esaltazione della speranza. Il volume comprende Il mistero della carità di Giovanna d'Arco, Il portico del mistero della seconda virtù, Il mistero dei santi innocenti, Il mistero della vocazione di Giovanna d'Arco.