«Insegnare ed Educare! Insegnare: comunicare il sapere, guidare nell'apprendimento di una disciplina, di un'arte, di una scienza, o di parti di esse, esponendone metodicamente gli elementi... lasciare dunque dei segni indelebili nella mente e nel cuore di qualcun altro, per permettergli di comunicare meglio con chi gli sta vicino, consentendogli di comprendere più in profondità la realtà che lo circonda. Educare: guidare, condurre a un conveniente livello di maturità sul piano intellettuale e morale. Insegnare ed Educare sono due termini inscindibili tra loro. [...] E chi meglio di Alberto Manzi ha messo insieme meravigliosamente queste due preziose parole: Insegnare ed Educare?» (dall'introduzione di Mario Bianchi) La storia del maestro Alberto Manzi è declinata, nello spettacolo, attraverso la relazione con un ragazzo del carcere minorile "Aristide Gabelli" di Roma, dal primo dopoguerra fino agli anni '70 in Sud America con gli Indios, passando dall'insegnamento per adulti in Tv con la celebre trasmissione "Non è mai troppo tardi", tutte esperienze mosse dalla convinzione che alfabetizzare sia emancipare, sia espressione di un futuro che include, sia aiutare ad evadere dal carcere dell'ignoranza che genera violenza, modelli autoritari, emarginazione sociale.