Tartuffe è un ipocrita opportunista e truffatore, un baciapile bugiardo che sotto l'apparenza della devozione conquista l'amicizia di un ingenuo per spogliarlo dei beni e insidiarne la moglie. Non stupisce quindi che la commedia di cui è protagonista sia stata colpita da feroce censura, nonostante l'appoggio di Luigi XIV in persona. Se il bersaglio della satira di Molière nel "Tartuffe" (1664) sono i falsi devoti, e in particolare i gesuiti, nel "George Dandin" (1668) egli si scaglia contro l'ottusa borghesia e la piccola nobiltà di provincia, tratteggiando il ridicolo e fallimentare matrimonio di un contadino arricchito con una nobile fanciulla costretta alle nozze dalla famiglia: una doppia violazione, quindi, delle leggi del lignaggio così come di quelle dell'amore, che sarà adeguatamente punita.