Il più noto giornalista italiano ha da sempre coltivato una sincera passione teatrale, ed è stato un commediografo militante, a ben guardare, anche nella pratica dei suoi popolarissimi talkshow. La sua ironica umanità, quel suo sottilizzare sui sentimenti e sulle contraddizioni di ogni ospite sottoposto al primo piano delle telecamere, si traducevano in altrettante storie da palcoscenico, altrettante rigenerate "cronache dell'Italietta" (come s'intitolava, alla lettera, uno dei suoi copioni iniziali). Lo stesso piglio placidamente indagatore, con un fondo di acuta, spigliata amarezza, anima questa raccolta di scritti per il palcoscenico pubblicata a distanza di cinquant'anni dai primi testi composti per il cabaret. Ribalta dolceamara del mondo borghese, le sue commedie riflettono con critica e garbo una sorta di istruttoria civile all'incriminato pianeta Coppia (Con assoluta ingratitudine, Un coperto in più, Vuoti a rendere, Sentiamoci per Natale), ma inscenano anche con sottigliezza le solitudini delle donne di oggi (Arrivederci e grazie), riconoscendo al "Fascino discreto della parola" la capacità di stabilire ancora una pur labile comunicazione tra i sessi. Il volume è concluso dal copione dello spettacolo "Parlami di me" - fortunata incursione nel teatro musicale affidata all'estro di Christian De Sica -, e si offre dunque ai lettori quale summa ragionata e diversificata di tutta la scrittura teatrale. Prefazione di Enrico Vaime.