Leandro Lucchetti "ha scritto un testo da cui traspaiono sdegno e commozione, sentimenti comuni a tutti coloro che sentono raccontare la vicenda di Ravenna; con quelle tredici morti che erano state il risultato ultimo (potremmo dire inevitabile) di una incredibile sequenza di omissioni condite dal cinismo dei responsabili dei lavori e dalla impotenza dei controlli. Insomma quanto di più lontano possibile da quel concetto di "tragica fatalità" che spesso si invoca per giustificare gli infortuni e i morti sul lavoro".