Pirandello considerava Ibsen non solo il creatore del teatro moderno, ma anche il maggiore drammaturgo mai esistito dopo Shakespeare. Se è vero che Ibsen è stato il più alto interprete dei drammi individuali e sociali dell'Ottocento, è altrettanto vero che egli ha anticipato, quasi profeticamente, la condizione esistenziale e il "male di vivere" dell'uomo del Novecento. Oggi Ibsen ci coinvolge, oltre che per la sua grandezza di drammaturgo, per la capacità che hanno i suoi testi di rispondere alle domande di fondo del nostro tempo. Introduzione e presentazioni di Giovanno Antonucci; antologia critica e note di Lucio Chiavarelli; con un saggio di James Joyce.