Erede con la sorella Elettra e il fratello Oreste del triste lascito di vendette e orrori familiari, sacrificata dal padre Agamennone alle ragioni della guerra, Ifigenia è salvata e resa immortale dall'intervento di Artemide, della quale sarà consacrata sacerdotessa. Così il mito classico. Nella sua rilettura, datata 1787, Goethe rappresenta nella figura di Ifigenia - docile ma non rassegnata - un ideale di pace che supera ogni dissidio e si batte per il trionfo della solidarietà, della fraternità e della tolleranza. L'eroina greca incarna un modello di armonia e di umanità che assegna alla donna una missione civilizzatrice contro leggi divine o costumi selvaggi votati alla crudeltà e alla violenza. Il dramma goethiano si inscrive nel mito di una classicità idealizzata e apollinea che trionfa sulla barbarie, un mito che ha la sua acme tra Sette e Ottocento, si dilata fino a Hölderlin e tramonterà con Nietzsche e la scoperta del dionisiaco.