Geniale creatore di superbe figure femminili, problematiche e inquietanti, Euripide associa, in queste tragedie quasi "romanzesche", l'osservazione psicologica, sempre profonda e arguta, al gioco agile e leggero della fantasia, lasciando qua e là affiorare aspetti da commedia. "Elena" e "Ione" appartengono ai cosidetti "drammi del caso", in cui i destini umani sono affidati non a un provvidenziale intervento divino, ma a un ceco moto d'eventi che ostacolando, mutando e deviando i progetti e le azioni degli uomini fa scaturire dai loro cuori e dalle loro menti una complessa, contraddittoria e molteplice umanità.