Uno sfogo monologante sulla miseria di una regione massacrata. Un arrovellare dadaista sulla malattia di questa terra: la Calabria o l'Italia? Sulle sue infezioni incurabili. Un testo aperto ai cambiamenti climatici e agli assestamenti sismici, in cui stili diversi si inseguono in un discorso frammentato, sghembo, irrisolto e sragionante. Una Calabria che chiama l'Europa (non senza puntare al Sogno Americano) - eredità dei nostri nonni sì ma stavolta con dignità, perché ora sappiamo le lingue, abbiamo lauree e specializzazioni! Capotoste ancora, noi mafiosi e muti all'occorrenza, ancora scuri, dai tratti duri e le mani forti, che l'evoluzione e il meltin'pot ce l'abbiamo pure noi, con i nostri confini permeabili.