In una camera di un'umile casa, sostano una madre, seduta nella sua sedia di paglia, con i gomiti sulle ginocchia ed il volto coperto dalle mani in coppa. Ad un angolo, in fondo al locale, un lettino malmesso con una coperta di quelle militari, che coprono il corpo immobile del figlio che dorme. La disperazione della donna si fa presenza quando, al minimo rumore delle lenzuola ruvide mosse dallo spostamento del dormiente, sussulta come se avesse ascoltato l'ultimo rantolo di una vita distrutta dalla droga. Tutto si sviluppa nella ricerca di comprensioni che non si manifestano. Di lotte personali con le alternative mai messe in opera e con l'immaginaria "guerra", anche verbale messa in atto, con la "dipendenza" che manifesta la sua presenza sotto forma di uno spirito maligno".