"Tre testi teatrali il cui denominatore comune è, primariamente, la trasmissione di un valore profondo inerente il perduto e il mancante, e la sensitività con cui si porge. Il giardino di Emone inscena, avvalendosi di pochi appigli al mito di Antigone, una meditazione originaria riguardo ciò che viene sacrificato, che (in apparenza) scompare ed è da preservare, ossia resta come bene investito (seppellito), che perdurerà come lascito e dono. Scomparsa svolge, in una tensione drammaturgica tenacemente rituale, medianica, stregata, rarefatta (ma scevra da manierismi), una trama che conduca l'essere, una volta "slogatosi", a dislocarsi, al proprio àmbito parallelo, con il fine di scorgere un senso altro dell'esistenza. Liberazione ci relaziona, in tre situazioni ambientali differenti, dello stato di assoggettamento, acclarato o desunto, di qualsiasi natura esso sia - magari anche prigionia nel modello imposto o nel dogma o in un fardello familiare o nel proprio corpo o nel mondo stesso... -, e delle tipologie di lotte o stratagemmi per affrancarsi. Un teatro di parola, dove senso plurimo, risonanza metafisica, musica, immagine ecc. lavorano di concerto con la riflessione emozionale."