Questo volume documenta gli esiti più recenti della ricerca drammaturgica di Chiara Guarducci, autrice da sempre impegnata, con sovrana assenza di giudizio morale, in un'esplorazione quasi etologica dell'essere umano. Le sei opere proposte declinano gli sdoppiamenti, i salti e le crisi di consistenza di un io ugualmente attraversato dall'innocenza e dallo sterminio. Fedele ai princìpi del grottesco, alle misure della poesia e a una felice connivenza tra ilarità e barbarie, Guarducci dà voce all'umanità di personaggi estremi che dialogano con le proprie parti oscure: ad ossessionarli è la passione per l'Altro ("Follie d'amore", "Caramelle"), l'estasi del delitto ("Inverno"), la realtà alienata e psicotica dell'esistenza contemporanea ("Io sono", "Il Condominio"). Chiudono il libro le confessioni nevrotiche de "I casi di Freud", dove l'autrice stringe uno dei nodi centrali della propria poetica: la problematica questione della sopravvivenza adulta oltre il solco, continuamente rinnovato, di un'originaria perdita di sé.