L'autofinzione è alla base dei tre testi di Sergio Blanco, drammaturgo uruguayano, classe 1971, che pubblichiamo in questo volume. Persone e personaggi, vita reale e vita romanzata, si alternano nelle narrazioni che, in un sistema di scatole cinesi, ci portano dal passato al presente, da ciò che è a ciò che potrebbe essere o potrebbe essere stato. Sergio Blanco è in tutti i personaggi, in tutte le storie, in tutti gli intrecci, pur non essendo in nessuno di essi. Siamo continuamente indotti a chiederci se ciò che leggiamo è successo davvero, se il luogo in cui siamo esiste davvero, se le esperienze che Blanco ci racconta sono autobiografiche oppure no: è vero che voleva convertirsi all'ebraismo? È vero che è omosessuale e vive una vita dissoluta tra sesso spinto e droghe? È vero che è stato chiamato per scrivere sceneggiature di film porno? È vero che prova il desiderio di uccidere il padre? E via dicendo. Il lettore/spettatore viene continuamente portato a chiedersi cosa sia verità e cosa sia finzione. Ma ha poi senso saperlo? L'autofinzione dei testi di Blanco apre domande e dà pochissime risposte. Come la vita di ognuno di noi, al di là del vero e del falso.