"Il mistero, sia nel primo che nel secondo titolo, è declinato a tratti sotto l'apparenza di un segreto che qualcuno tra i personaggi chiamati in causa potrebbe conoscere, imponendo così allo spettatore di attendere e di sperare che gli sia donato infine il beneficio del disvelamento, poi ecco che invece l'incomprensibile assume la forma sibillina di un enigma dando l'illusione di poter essere risolto con sagacia dallo spettatore stesso mercé una scrupolosa indagine dell'intreccio, e forse addirittura all'insaputa dei personaggi, d'improvviso resi prigionieri dei loro labirinti mentali, o, chissà, succubi di qualcosa che li trascende. Finché, a culmine di queste ipotesi, di nuovo riemerge in via definitiva il mistero puro; inafferrabile e trascendentale". (Dalla Prefazione di Giuseppe Manfridi)