Cesare Pavese scelse il Mito come la chiave della sua opera letteraria e della sua visione del mondo. Contrariamente alla sua epoca pervasa dalla Storia e dall'impegno politico, dalla concentrazione urbana nelle metropoli e dal Progresso industriale, Pavese si rifugiò nella Natura, nella Provincia e nel Mistero e a essi dedicò le sue opere più significative. In questo testo, Marcello Veneziani ha raccolto tutte le pagine più significative che Pavese ha dedicato al Mito, anche quelle che gli costarono conflitti e polemiche con la cultura marxista allora egemone e con l'Intellettuale collettivo, che si esprimeva nel Partito Comunista, a cui pure fu iscritto, ma anche nei giornali, nella riviste e nelle case editrici di area. Saggi letterari e suoi interventi apparsi su riviste, dedicati al mito, al simbolo, al mistero e alla poesia; testi volutamente dimenticati e qui ripubblicati, a cui si aggiungono scritti tratti da alcune sue opere, come Feria d'agosto, Dialoghi con Leucò, Lavorare stanca.