Degli otto trattati lo Specchio di Croce di Domenico Cavalca (1270-1341), il più originale e il più letto, costituisce un momento fondamentale nella evoluzione e diffusione della "pietà cristocentrica" (ispirata ai cisterciensi in particolare), coniugata alla "riforma degli affetti" (l'ordo affectuum di matrice agostiniana). Funzionali a sussidi mnemotecnici (e di prassi nella letteratura coeva), i dodici sonetti ricapitolativi dello Specchio di Croce, che qui si pubblicano in edizione critica per la prima volta, tracciano il movimento di conversione delle passioni (odio e amore, dolore e gioia, timore e speranza): funzionerà da orientamento la vita del Figlio di Dio e la sua "scalata" sulla croce da ideale di umanità compiuta.