"Teorie del simbolo" non è una storia della semiotica, ma di tutte quelle discipline che nel passato si sono spartite il campo del segno e del simbolo - semantica, logica, retorica, ermeneutica, estetica, filosofia, etnologia, psicoanalisi, poetica - e di alcuni dei loro oggetti, chiamati di volta in volta imitazione e bellezza, istruire e piacere, tropi e figure, condensazione e spostamento. Ma neppure di storia in senso stretto è opportuno parlare perche «storia» come anche «semiotica» risultano piuttosto tra le nozioni che vengono poste in discussione. Della storia resta il concetto di crisi e la tradizionale opposizione tra classici e romantici, della semiotica la discussa unità di segno e simbolo. Attraverso il loro studio Tzvetan Todorov vuole proporre, come terza possibilità, un pensiero plurale e tipologico che conservi le differenze senza valorizzarle. Alla singolare angolazione e al carattere impegnativo di questa ricerca si accompagna un uso particolarmente vivace della citazione, attraverso il quale si manifesta l'intento di Todorov di sottrarre il testo all'ambito ristretto degli studiosi, proponendone una lettura per percorsi interni accessibile a tutti.