Questa scelta di studi critici sulla letteratura svedese del Novecento, pubblicati nell'arco di trent'anni, dal 1993 al 2023, comprende interventi apparsi precedentemente in libri e riviste specializzate, spesso in occasione della prima traduzione in italiano di qualcuna delle opere degli scrittori trattati. Una parte considerevole dei testi riguarda l'opera, in poesia e in prosa, di Kjell Espmark, che è stato introdotto in Italia dall'autore. Tra gli scrittori studiati figurano saggisti come Horace Engdahl, narratori come Lars Gustafsson e numerosi poeti, da Tomas Tranströmer a Katarina Frostenson, da Lars Forssell a Östen Sjöstrand. Due studi, particolarmente ampi, sono dedicati a Karin Boye, grande protagonista della letteratura svedese del Novecento, vissuta troppo brevemente e morta suicida in circostanze mai del tutto chiarite. Ancora poco conosciuta in Italia e quasi esclusivamente per la sua eccellente opera poetica, la Boye possedeva in realtà un pari talento anhe nel romanzo, benché il suo unico testo narrativo noto nel nostro Paese sia il romanzo Kallocaina (1940). In questo florilegio vengono studiati Astarte del 1931 e Crisi del 1934, entrambi tradotti in italiano dall'autore e molto rappresentativi delle capacità narrative della Boye. Il testo che dà il titolo al libro è inedito e viene pubblicato per la prima volta.