Nell'estate del 1799 uscí a Bologna un volumetto anonimo intitolato "Ultime lettere di Jacopo Ortis": lo stesso titolo e quasi la stessa storia del piú noto romanzo di Ugo Foscolo, che venendo a conoscenza dell'abuso editoriale di cui era stato vittima, ripudiò pubblicamente l'operetta. Il rifiuto di paternità, però, appare per molte ragioni sospetto. Da due secoli la critica discute la questione di questa dubbia paternità con risultati anche molto divergenti. L'autrice affronta il problema di attribuzione imbastendo una vera e propria indagine su verbali di interrogatori, arringhe di avvocati, lettere, incisioni, documenti iconografici.