Questo libro si concentra sul duplice fuoco dell'invenzione e della narrazione, degli atti preparatori e del prodotto finito. E se alla riuscita di poemetti come Pomponia Graecina e Thallusa cospirano modelli tanto antichi quanto moderni, da Orazio a Virgilio, da Manzoni al romanzo 'di consumo', molto ha da dire anche la storia della loro ricezione. Il latino pascoliano si affaccia sul Novecento ponendo in modo radicale la questione, tipicamente moderna, della comunicatività della lingua poetica. Che risonanza hanno ancora, specie presso il grande pubblico, le storie della matrona Pomponia, della schiava Tallusa? Una delle risposte è affidata alla traduzione di Camillo Sbarbaro, approntata nei primi anni Cinquanta. La destinazione radiofonica ha costretto il traduttore a un lavoro spiccatamente orientato sull'ascoltatore. L'atto traduttivo accentua in tal modo gli elementi di drammatizzazione già presenti nel testo. Una riscrittura, certo, e in parte un 'tradimento': ma anche una via attraverso la quale la poesia di Pascoli, trasformata, continua a parlarci.