Da quando, a metà del secolo scorso, è caduto il pregiudizio che per molto tempo ha oscurato, se non ostacolato, l'indagine sulle forme letterarie e artistiche collegate alle manifestazioni del potere, la rinnovata attenzione per la letteratura encomiastica ha favorito la conoscenza di aspetti della storia culturale rimasti lungamente in ombra. Ne hanno beneficiato nella prospettiva degli studi le 'corti', divenute il riflesso sostenibile del potere, e i 'secretari' assurti a controfigura innocua del principe, nonché le 'feste' recuperate nell'ambito del più moderno entusiasmo per lo spettacolo. Ricondotta dal Croce, dopo la condanna desanctisiana, nella misura consueta della tradizione retorica, quella cultura è stata intesa e studiata nel più generale recupero di quei secoli, che ha portato alla valorizzazione di fonti d'archivio dimenticate o alla rilettura modernizzata di singoli testi, di singoli episodi, di singoli autori.