Dalla sperimentazione futurista alle avanguardie verbovisive della seconda metà del Novecento, lo spazio si configura come un elemento cardine dell'agire estetico, sia come principio compositivo nell'articolazione del segno grafico sulla pagina, sia come ambiente da cui è sollecitata e in cui si colloca l'opera. Il presente volume, attraverso un'analisi dedicata principalmente alla poesia concreta e alla poesia visiva, propone uno studio sul rapporto tra parola e spazio nei diversi procedimenti di visualizzazione del segno, in relazione ai differenti media impiegati e alla progressiva 'uscita' dell'opera dalla pagina del libro, verso l'occupazione dello spazio urbano (affissione di manifesti, installazioni, happening, esposizioni in luoghi e locali pubblici). Ciò comporta un intervento attivo sullo spazio urbano, che è qui esaminato in rapporto al cambiamento epocale che interessa le città negli anni Cinquanta e Sessanta, come tentativo di qualificazione in senso estetico del luogo della comunità e dell'ambiente sociale.