Il gioco è una cosa seria, perché giocando ci si prepara alla vita: uno psichiatra infantile e uno scrittore propongono un viaggio affascinante nei loro giochi, alla ricerca dei fili invisibili che legano gli adulti di oggi ai bambini di allora. Non è un manuale né tantomeno una raccolta dei "giochi di una volta" ma, tra basi spaziali dietro un divano e scatole di montaggio, tra soldatini o bambole e rudimentali campi di calcio, gli autori presentano un educato grido in difesa del gioco libero, della fantasia e della creatività. Spetterà al lettore fare un confronto con la situazione attuale e tirare le proprie conclusioni.