"A fondo perduto" è un libro che presenta diverse modalità di scrittura. È composto dalle note critiche raccolte nello Schedario, dagli appunti che formano i taccuini di viaggio ("Verso Tangeri", "Quaderno ungherese", "Venezia anonima"), dai saggi dedicati ad alcuni autori del Novecento (Samonà, Céline, Celati), dai frammenti che indagano il legame tra i nomi e la letteratura. Un materiale che, proprio in quanto si sottrae a una fisionomia omogenea, proprio perché si muove in differenti, se non opposte, direzioni, intende porre degli interrogativi al lettore, proporre itinerari meno frequentati, varcare limiti imposti e linee di confine. Affiorano, da questi movimenti, temi e aspetti che hanno caratterizzato la letteratura soprattutto negli ultimi secoli: l'identità dell'io che scrive e quella di chi legge, la loro relazione con il linguaggio, il nesso tra arte e follia, il senso del viaggio e di altri, non prevedibili, spostamenti, l' eco di alcune tragedie del XX secolo, il rapporto con antichi e nuovi miti. E forse anche il filo, esile e ingarbugliato, di una storia.