In un momento di radicale mutamento degli stili di vita, è oggi più che mai necessario ricostruire il dibattito sulla letteratura folklorica che animò la cultura italiana nel secondo dopoguerra, soffermandosi sul significato della sua riscoperta dopo i processi di manipolazione degli usi e costumi popolari messi in atto in epoca fascista. Questo volume dà voce agli scrittori, studiosi e intellettuali che facevano capo alla casa editrice Einaudi. Attraverso una scelta delle lettere che essi si scambiarono tra gli anni Quaranta e Cinquanta, emerge il modo in cui personalità diverse come Cesare Pavese, Giuseppe Cocchiara, Italo Calvino e Ernesto De Martino si siano relazionate, influenzate, contrapposte.