Qual è l'influenza che un autore come Proust ha esercitato nel panorama italiano di inizio Novecento? Partendo dagli spunti offerti da G. Contini sulla poesia di Montale, questo libro si propone di indagare quali siano le presenze proustiane nelle prime due raccolte poetiche del poeta genovese: Ossi di seppia e Le occasioni. Se nella prima parte si tenta la ricostruzione di un mondo perduto - che va dagli anni Dieci fino alla fine degli anni Trenta del Novecento - in grado di mostrarci la ricezione critica di "Alla ricerca del tempo perduto" in Italia e le sue riprese narrative nel panorama solariano, nella seconda il focus si indirizza nell'analisi sistematica e comparata dei testi proustiani e montaliani. La contaminazione intuita dalla critica precedente si dimostra un valido alleato per supportare la tesi presentata, da cui emergono non solo presenze del capolavoro francese nelle liriche montaliane, ma una ripresa parziale della poetica proustiana. Non solo: le affinità tra i due autori si manifestano anche in dettagli imprevisti e convergono nello spirito poietico dell'Impressionismo monettiano e in un senso dell'attesa che pervade e quasi cristallizza le opere dei due autori.