Chi è davvero Ingravallo, e perché è fatto così? Come ogni personaggio letterario, il protagonista del «Pasticciaccio» è una creatura di parole, un prodotto di laboratorio: un po' individuo un po' segno. In questo libro, è lui il punto di partenza e di arrivo di un percorso che tra dati fisiognomici, psicologici, topografici e folklorici punta a far emergere un modo di procedere che è tipico di Gadda nel più noto dei suoi capolavori, quello per cui istanze del pensiero astratto e dati referenziali interni al mondo narrato si rinviano incessantemente e reciprocamente. Dalle primissime pagine che giocano con gli archetipi del giallo all'ultima in cui il destino del detective molisano si compie in modo inopinato ed enigmatico, viene così a tendersi un robusto filo ermeneutico: uno dei tanti, a ben vedere, che stringono in paradossale unità la dissipazione centrifuga di questo romanzo. Completa il libro un'appendice linguistico-stilistica: due brevi saggi dedicati rispettivamente alla sintassi e al lessico gaddiani.