Da opere che innegabilmente aprono la strada alla nuova poesia, senza peraltro staccarsi del tutto da un salutare "ottocentismo" (Canti di Castelvecchio e Alcyone; ma anche Poesie, 1911, di Saba), passando per la costellazione umbratile e affannata del crepucolarismo (le ostinazioni di Corazzini e Moretti, accanto ai primi alambicchi di Govoni e Palazzeschi), i quarantuno capitoli di questo volume scandiscono il viaggio poetico del nostro secolo dal 1903 al 1943 puntando più sulla "personalità dei testi" che degli autori.