«Il palazzo s'illuminò d'improvviso alla balconata più alta; la porta di mezzo s'aprì, e sulla soglia comparve una donna: era Salambó, la figlia di Amilcare... Una catenella d'oro le univa le caviglie, regolando la sua andatura ed un mantello color di porpora cupo le pendeva dalle spalle con strascico a terra... Matho, il Libio, stava chino verso di lei; senza volerlo, gli si fece vicina e versò nell'aurea sua coppa un lungo getto di vino. - Bevi! disse. Egli prese la coppa...». Come incastonata al centro della descrizione riluce, suggestiva e perturbante, l'immagine della catenella d'oro che costringe (bound) il passo di Salambó. Ma cosa simboleggia il particolarissimo ornamento, il dettaglio capace di evocare la totalità di un mondo, il regolatore del passo che innesca una passione che, pur muovendo dal fetish e dal bondage, arriva finalmente al gesto liberatorio della sua rottura, scatenando così (unbound) l'eros capace di distruggere un'intera civiltà? Introduzione di Donata Feroldi.