Giancarlo Quiriconi è stato un appassionato lettore e interprete di tanta poesia del nostro Novecento. Nei suoi lavori (tra prima e quinta generazione, su Ungaretti, Campana, il surrealismo, Betocchi, Sereni, Piccolo, Bigongiari, Zanzotto, Ramat, Mussapi, De Angelis...), ha unito istanze storico-critiche con un forte interesse per le strutture antropologiche dell'immaginario. La sua attenzione alla comparatistica, nel rapporto soprattutto tra la letteratura italiana e francese, lo ha reso naturaliter sensibile al momento di maggiore elaborazione teorica e poetica del secondo quarto del secolo scorso, quando alla chiusura politica del fascismo un gruppo di giovani appassionati di cultura europea rispose puntando tutto sulla ricerca etica dell'arte e sul valore della letteratura come vita. All'ermetismo e ai suoi sviluppi, specialmente all'opera di Mario Luzi, Quiriconi ha dedicato molta parte delle sue ricerche. Continua a essere un punto di riferimento il suo libro giovanile sul poeta e la vita intellettuale dell'Italia di quegli anni: un libro ormai introvabile che era apparso dal bolognese Cappelli nel 1980 accompagnato da una prefazione di Carlo Bo.